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“Vitiligine Week”: Una Settimana di Informazione e Supporto per i Pazienti Affetti da Vitiligine
Dal 25 al 30 novembre, incontri gratuiti in tutta Italia per sensibilizzare e combattere le fake news sulla vitiligine.
Dal 25 al 30 novembre, incontri gratuiti in tutta Italia per sensibilizzare e combattere le fake news sulla vitiligine. La Vitiligine Week, promossa da SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse), si terrà dal 25 al 30 novembre 2024 con una serie di appuntamenti gratuiti in circa 40 centri dermatologici su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa è dedicata…
#accettazione#Alessandria today#ansia#Apiafco#Autostima#benessere psicologico#centri dermatologici#comunità medica#confronto specialisti#depressione#dermatologi#dermatologia#Elma Research#empowerment pazienti#Fake news#gestione vitiligine#Giuseppe Argenziano#Google News#Impatto psicologico#incontri gratuiti#Incyte#informazione pazienti#iniziative sociali#innovazione terapeutica#Italia.#italianewsmedia.com#macchie bianche#malattia autoimmune#Numero Verde#Onofrio Mastandrea
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AIDS, UN NUOVO FARMACO BLOCCA IL 100% DI CONTAGI
Nel corso della conferenza mondiale sull’Aids 2024 tenutasi a Monaco di Baviera, sono stati presentati i risultati di uno studio condotto su donne africane sottoposte ad una profilassi pre-esposizione contro l’HIV che ha mostrato il 100 per cento di successo.
La ricercatrice sudafricana Linda-Gail Bekker ha mostrato che 2134 ragazze adolescenti e giovani donne in Sudafrica e Uganda che hanno ricevuto iniezioni di lenacapavir ogni 6 mesi, non hanno contratto il virus dell’HIV. La sperimentazione è stata conclusa quando metà delle partecipanti era stata arruolata per 1 anno e il farmaco ha dimostrato di essere protettivo al 100%. La rivista scientifica Science ha indicato questo risultato scientifico come una “nuova era nella prevenzione dell’HIV”.
Il nuovo farmaco ha generato molto entusiasmo nella comunità medica e anche i principali enti mondiali impegnati nella lotta all’AIDS hanno definito la scoperta come un punto di svolta nel campo della prevenzione dell’HIV, una rivoluzione. “Vogliamo che questo farmaco preventivo miracoloso raggiunga tutti coloro che ne hanno bisogno, subito” ha dichiarato Winnie Byanyima, presidente del UNAIDS.
Negli ultimi anni si è registrato un enorme progresso scientifico e i farmaci antiretrovirali consentono alle persone affette da HIV di vivere una vita sana. Le nuove infezioni da HIV sono scese da oltre 2 milioni a livello globale nel 2010 a 1,3 milioni l’anno scorso mentre nella regione subsahariana, l’ONU afferma che l’incidenza dell’HIV tra adolescenti e giovani donne rimane “straordinariamente alta” in alcune zone, con oltre 150.000 nuovi infetti lo scorso anno.
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Fonte: Science; Winnie Byanyima; The Guardian; foto di Towfiqu Barbhuiya
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STORIA LUNGA, MI SPIACE.
Stasera mi è tornata in mente una persona appartenente al mio passato, forse perché ieri ho finito la nuova serie di Zerocalcare o forse per il soggetto del video.
Nella nostra compagnia c'era un tizio un po' particolare, che si aggregava a noi quando facevamo una partita di giochi di ruolo o quando, semplicemente, si usciva a bighellonare senza far nulla di socialmente produttivo.
Si chiamava Paolo ed era un ragazzo solo, con un padre che faceva massacranti turni in fabbrica e una madre sempre in comunità psichiatrica.
Non era affatto una cima ma si presentò quando stavamo cercando comparse per un cortometraggio molto trash con alieni e motociclisti che si menavano... ma quello merita un racconto a parte.
Paolo era molto ingenuo, ai limiti del caso sociale, e mi spiace dire che purtroppo era considerato da molti una specie di mascotte, da perculare quando faceva una delle sue solite uscite o da consolare quando andava in crisi perché non trombava (nessuno trombava ma credo che lui intuisse qualcosa del suo futuro).
Io poi cominciai l'università e quando tornavo vedevo solo una piccola manciata di amici, gli unici che mi sono resistiti accanto fino a oggi, e Paolo diventòquindi una figura di contorno, una di quelle comparse della vita frenetica di un giovane sulla soglia dell'età adulta, meritevoli solo di un cenno con la testa o di un 'oi...' sussurrato mentre ci si incrocia di corsa.
Un giorno successe una cosa che a distanza di 30 anni, dentro di me, non riesco ancora a perdonarmi... o meglio, che avrei voluto (o dovuto) fare e che invece non feci, una leggerezza con cui forse mi colpevolizzo in modo martireo ma che sento magari lo avrebbe reso diverso da quello che poi diventò.
Lo incontrai nel negozio di giochi di ruolo e di videogames che aveva appena aperto un nostro amico e con fare bambinesco mi tirò fuori un'agendina a fisarmonica, una di quelle con le due estremità magnetiche che si chiudevano a guscio di conchiglia
Guarda! - disse - Questa è l'agendina su cui voglio scrivere il numero di telefono di tutti i miei amici! Dai, dammi il tuo numero così lo scrivo!
Io tergiversai perché sapevo che mi avrebbe chiamato in continuazione per chiedermi di uscire, un accollo che ok in compagnia ma che da solo proprio non mi sentivo di prendere.
E feci una cosa orribile: gli diedi un numero sbagliato.
La parte nobile di me pensava che era la cosa giusta da fare, visto che da lì a poco sarei partito per il militare e che non potevo permettere che lui chiamasse i miei genitori agli orari più disparati (i cellulari erano una roba che allora usavano solo gli stronzi incravattati e pasturati a coca)... la realtà era che lo volevo scaricare perché dovevo andare avanti per la mia vita, finire il militare, cominciare a lavorare, magari a Parma, e farmi una famiglia con la mia nuova morosa (che infatti rimase incinta un anno dopo ma io per famiglia intendevo solo noi due... vabbe').
Partii quindi per il servizio di leva, prima a Fano per il corso addestramento reclute e poi a Bologna nel reparto comando supporti tattici nucleo NBCR (quelli con le tute gialle che se li vedi arrivare nei film soncazzi). E di Paolo persi completamente memoria.
Durante una licenza medica a Viareggio (un mese prima mi ero beccato una forma encefalica di morbillo insieme a tipo 200 commilitoni) stavo facendo uno dei primi LAN party a Doom, la principale fonte di guadagno del mio amico che nel suo negozio aveva messo quattro computer in rete e faceva le centinaia di mila lire al giorno.
Mentre stavo cercando di decapitare con la motosega un dodicenne che era solito farsi le seghe sui manga hentai mi sentii battere sulla spalla ma il boato dei fucili a canne mozze nelle cuffie che indossavo probabilmente coprì la voce che mi chiamava.
Un altro battere sulla spalla, più forte, al quale risposi con un pacato 'NON È IL MOMENTO DI ROMPERE I COGLIONI!', forse detto con voce un po' troppo alta ma tra le cuffie e l'adrenalina davvero il bon ton era stato sciacquonato via e correva veloce giù per le fogne verso il mare.
A quel punto, improvvisamente, cominciai a uccidere tutti gli avversari, uno dietro l'altro... bam! BAM! BAM! BAAAAM! MORITE STRONZI!... un attimo - pensai - troppo facile... gli avversari erano tutti immobili in mezzo all'arena del deathmatch, senza sparare un solo colpo.
Distolsi lo sguardo dallo schermo e fissai i tre tizi con cui stavo giocando: erano a bocca aperta con occhi sgranati e stavano fissando terrorizzati qualcosa che, evidentemente, stava succedendo dietro di me.
Feci ruoteare lentamente la sedia girevole da gamer, con la musica di Doom che ancora mi incalzava i timpani e notai tre cose in rapida successione: gli spostamenti d'aria che fino a poco prima mi raffreddavano la schiena sudata non erano prodotti dal ventaglio di una tizia col cosplay di Lamù (come mi sarebbe tanto piaciuto con la fantasia) ma da un paio di anfibi chiodati che come per magia erano sospesi in aria e scalciavano in direzione della mia faccia; la seconda era che dentro gli anfibi c'era un tizio vestito con jeans attillati, maglietta con croce celtica, bomber pieno di spillette rubate in qualche museo della Waffen-SS e capelli rigorosamente rasati... e la terza, per mia fortuna, che il tizio era trattenuto per le braccia dal proprietario del negozio e da qualche adolescente diventato muscoloso a forza di portare in giro mazzi di Magic da 20 chili l'uno.
Io guardavo come ipnotizzato le strisce nere di lucido da scarpe che il tizio lasciava sulla moquette del negozio mentre scalciava e si agitava per raggiungermi con le pedate e l'unica cosa che pensavo era 'Ma chi cazzo si mette così tanto lucido sulle scarpe da lasciare i segni a terra?'
Poi mi ricordai delle cuffie e quando me le tolsi, fu anche peggio.
Una voce che stentavo a riconoscere mi stava urlando 'FROCIO PEZZO DI MERDA COMUNISTA! LO SAI CHI STAI IGNORANDO? EH?! LO SAI?! IO SONO IL PORTABANDIERA DELLA...' e qua disse una parola che nelle sue intenzioni doveva suonare molto arianamente germanica ma che venne fuori come fanno parlare i turisti tirolesi nei film dei Vanzina.
La cosa divertente è che io in quel periodo una rissa non me la sarei mai fatta scappare e chiunque altro lo avrei percosso ripetutamente con una gamba la tavolo che avrei svitato silenziosamente mentre facevo di sì con la testa con sguardo compìto e invece quella volta restai completamente immobile.
Vidi portare Paolo fuori dal negozio a forza, senza nemmeno riuscire a chiudere un po' di più la mascella.
E poi non sentii mai più parlare di lui.
Fino a Marzo di quest'anno, quando - non chiedetemi perché... forse per lo stesso motivo che mi spinge a girovagare con street view nei luoghi che un tempo mi resero quello che sono - cercai Paolo B. su facebook e trovai il suo profilo, aperto al pubblico.
Ho impiegato parecchi giorni a liberarmi del senso di vuoto e di tristezza che mi venne non nel leggere quello che scriveva (poche frasi sgrammaticate e sconclusionate) ma nel vedere le foto che postava.
Paolo aveva migliaia di foto tutte pressoché uguali... un selfie ogni mattina con faccia seria e la testa ancora appoggiata sul cuscino, labbra leggermente dischiuse e un espressione che nel suo povero immaginario doveva essere da duro.
Migliaia di foto a ritroso nel tempo e tutte con un solo like.
Il suo.
Ci credete se vi dico che mi sono messo a piangere?
Per me non era un bel periodo e in una parte molto spinosa e dolorosa del mio cuore mi sono detto che, forse, se gli avessi dato il mio numero di telefono oggi sarebbe stato una persona felice, circondato dall'amore dei suoi amici e magari con una donna accanto.
E invece sentivo di averlo lasciato scivolare via dalla vita di tutti noi che stavamo andando avanti, senza nemmeno fare il gesto di tendere la mano.
Vabbe'... ve lo volevo raccontare perché, razionalmente, ero riuscito a farmene una ragione ma poi Zerocalcare ha rigirato il coltello in quella succitata parte spinosa e dolorosa del mio cuore.
Zerocalcare e forse quel video che ho fatto alla lucciola che stasera è rimasta incastrata dentro la zanzariera della camera, a brillare inutilmente per richiamare altre lucciole che mai avrebbe potuto raggiungere.
Quella lucciola poi l'ho liberata... ma avrei voluto liberare anche Paolo.
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oltre Norimberga
"Decisamente più imbarazzante è poi la circostanza (che risulta in modo inequivocabile dalla lettura scientifica allegata dalla difesa e confermata dai pentiti in tribunale) che esperimenti su detenuti e condannati a morte erano stati condotti più volte e su larga scala nel nostro secolo, in particolare proprio negli Stati Uniti (il paese da cui provenivano la maggior parte dei giudici di Norimberga). Così, negli anni Venti, ottocento detenuti nelle carceri degli Stati Uniti erano stati infettati col plasmodio della malaria nel tentativo di trovare un antidoto al paludismo. Esemplari, nella letteratura scientifica sulla pellagra, erano ritenuti gli esperimenti condotti da Golberger su 12 detenuti statunitensi condannati a morte, ai quali era stato promesso, se fossero sopravvissuti, un condono della pena. Fuori dagli Usa, le prime ricerche con colture del bactronfgillo del beri-beri erano state condotte da Strong a Manila su condannati a morte (i protocolli degli esperimenti non menzionano se si trattasse o meno di volontari). La difesa citò inoltre il caso del condannato a morte Keanu (Hawaii), che era stato infettato di lebbra su promessa di grazia ed era deceduto in conseguenza dell'esperimento.
Di fronte all'evidenza di questa documentazione, i giudici dovettero dedicare interminabili discussioni all'identificazione dei criteri che potevano rendere ammissibili esperimenti scientifici su cavie umane, trovandoli nell'esplicito e volontario consenso da parte del soggetto che doveva essere sottoposto all'esperimento, ma parlare di libera volontà e di consenso nel caso di un condannato a morte rimase quantomeno discutibile; ed è certo che, nel caso dei lager, quand'anche si fossero trovate dichiarazioni del genere firmate dai detenuti, non per questo gli esperimenti avrebbero dovuto essere considerati eticamente ammissibili: la sola posizione eticamente corretta sarebbe stata di riconoscere che i precedenti allegati dalla difesa erano pertinenti, ma che essi non diminuivano in nulla la responsabilità degli imputati. Ciò significava però gettare un'ombra sinistra sulle pratiche correnti nella ricerca medica moderna (da allora, sono stati accertati casi ancora più clamorosi di esperimenti di massa condotti su cittadini americani ignari, per esempio per lo studio degli effetti delle radiazioni nucleari).
Se era, infatti, teoricamente comprensibile che simili esperimenti non avessero sollevato problemi etici nei ricercatori e nei funzionari all'interno di un regime totalitario, che si muoveva in un orizzonte dichiaratamente biopolitico, com'era possibile che esperimenti in certa misura analoghi avessero potuto essere condotti in un paese democratico?
L'unica risposta possibile è che decisiva sia stata, in entrambi i casi, la particolare condizione delle VP (esclusi dalla comunità politica) proprio perché privi di quasi tutti i diritti e le aspettative che siamo soliti attribuire all'esistenza umana e, tuttavia, biologicamente ancora vivi: essi venivano a situarsi in una zona-limite fra la vita e la morte, fra l'interno e l'esterno, in cui non erano più che nuda vita.
[...] In questo orizzonte biopolitico che caratterizza la modernità, il medico e lo scienziato si muovono in quella terra di nessuno in cui, un tempo, solo il sovrano poteva penetrare.
Giorgio Agamben -Homo sacer
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Unicef, 3 milioni di bambini in fuga per guerra nel Sudan
Il Sudan affronta la più grande crisi di bambini sfollati al mondo, con un numero record di tre milioni di bimbi in fuga da diffuse violenze alla ricerca di sicurezza, alimenti, rifugi e assistenza medica prevalentemente all’interno della nazione africana, mentre centinaia di migliaia si rifugiano in grandi campi improvvisati nei Paesi limitrofi: è l’allarme lanciato dall’Unicef con un comunicato.
A oltre 200 giorni dallo scoppio della guerra tra esercito e forze paramilitari del 15 aprile scorso, il Fondo dell’Onu per l’infanzia chiede alla comunità internazionale e a tutte le parti in conflitto di raddoppiare l’impegno per far fronte alla crisi sudanese, che fa registrare circa 14 milioni di bambini dall’urgente bisogno di assistenza umanitaria salvavita. Finora l’Unicef ha ricevuto denunce di oltre 3.100 gravi violazioni, tra cui l’uccisione e la mutilazione di bambini.
Sono ben 19 milioni i piccoli sudanesi che non possono tornare a scuola, in una delle peggiori crisi dell’istruzione al mondo. Oggi, circa 7,4 milioni di bambini non dispongono di acqua potabile sicura. Quasi la metà di questi ha meno di 5 anni ed è a serio rischio di malattie diarroiche e colera. Molti altri non hanno vaccinazioni di routine contro malattie di facile prevenzione, mentre quasi 700 mila bambini colpiti da malnutrizione acuta grave rischiano di morire senza cure. Nel frattempo, l’appello umanitario dell’Unicef per quest’anno è finanziato solo al 24 per cento. (Da ilsole24ore)
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La scienza e la realtà presentano il conto.
Concordo con Roberto Burioni: la scienza, la realtà, ai tempi dei social soprattutto, non si possono nascondere; non cadono nel dimenticatoio.
Chi è capace di essere buon divulgatore si vede: nei casi qui sotto offerti in esempio, anche in quello di Roberto Burioni, si può notare bene la totale assenza di competenza, di etica di soggetti noti che con la scienza non hanno nulla da spartire.
La scienza e la comunità umana non hanno assolutamente bisogno che a fare divulgazione ci sia un soggetto come Maurizio Scaltriti che, da ricercatore in campo di tumori, sostenga che una persona sia una metastasi.
La scienza e la comunità umana non hanno assolutamente bisogno che a fare divulgazione ci sia un soggetto come Aureliano Stingi che, da PhD Cancer Biology, abbia un approccio adolescenziale ("annoiato", "frustrato") sulla realtà psichica e sociale delle persone.
Essere esperti in ricerca di tumori giustifica l'esporsi pubblicamente dando della "metastasi" ad un utente (alla sua persona, non alle sue idee)?
Assolutamente no, perché oltre all'etica medica da rispettare, sei quello che fai; in questo caso, un oggettivo incompetente.
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Cos'è la Responsabilità Professionale nel Diritto Civile Italiano?
Negli ultimi anni, le cause per responsabilità professionale sono aumentate notevolmente. Questo incremento è spesso attribuito ai ritmi sempre più frenetici a cui questi professionisti sono sottoposti. Aumentano le possibilità di errori e le controversie legali, giustificate o meno.
Responsabilità professionale: un tema attuale
La crescente complessità delle attività professionali e le maggiori aspettative dei clienti hanno reso il tema della responsabilità professionale sempre più rilevante. La responsabilità civile professionale è un principio cardine che regola le relazioni tra i professionisti e i loro clienti o utenti dei servizi offerti.
Questo principio implica che un professionista è legalmente responsabile dei danni derivanti da errori, omissioni o negligenze commesse nell'esercizio delle proprie mansioni.
Responsabilità professionale e principio di diligenza
Il codice civile italiano prevede che i professionisti debbano esercitare la loro attività con la massima diligenza, competenza e attenzione possibile, conformemente agli standard accettati dalla comunità professionale. Quando questi standard non vengono rispettati e si verifica un danno, il professionista può essere ritenuto responsabile e obbligato a risarcire il danneggiato.
Questo principio di diligenza si traduce in un obbligo di mezzo, piuttosto che di risultato, in molti casi. Ciò significa che il professionista deve fare tutto quanto in suo potere per eseguire correttamente il proprio lavoro, ma non è sempre garantito il successo dell'operazione o del servizio prestato.
Da cosa deriva la responsabilità professionale?
La responsabilità civile professionale si applica a vari settori, inclusi medicina, legge, architettura, ingegneria, consulenza finanziaria e molti altri. Il codice civile italiano e le normative specifiche di settore disciplinano questo tipo di responsabilità, stabilendo i criteri per valutare la colpa e i conseguenti risarcimenti.
La responsabilità civile professionale può derivare da una varietà di situazioni, come errori di diagnosi medica, consulenze finanziarie inadeguate, consigli legali errati, progettazioni di edifici difettose e altro ancora.
Ad esempio, un medico può essere ritenuto responsabile se un paziente subisce un danno a causa di una diagnosi errata o di un trattamento non appropriato. Allo stesso modo, un avvocato può essere ritenuto responsabile per negligenza se non fornisce una consulenza legale adeguata che porti a conseguenze negative per il cliente.
L’importanza della copertura assicurativa
È essenziale che i professionisti dispongano di una copertura assicurativa adeguata ad affrontare eventuali richieste di risarcimento danni. L'assicurazione di responsabilità civile professionale è una garanzia fondamentale per proteggere il professionista dalle conseguenze finanziarie di un possibile errore o negligenza.
Questa copertura permette di gestire meglio il rischio associato all'attività professionale e di offrire un risarcimento adeguato alle vittime di eventuali danni, anche in caso di cause per responsabilità professionale.
Una questione di responsabilità etica e giuridica
La responsabilità civile professionale non è solo una questione legale, ma anche etica. I professionisti hanno il dovere morale di agire nell'interesse dei loro clienti, evitando comportamenti negligenti o irresponsabili che potrebbero causare danni.
Devono anche essere trasparenti riguardo alle proprie competenze e limitazioni, evitando di accettare incarichi per i quali non sono adeguatamente qualificati. La trasparenza e l'onestà sono elementi chiave per mantenere la fiducia dei clienti e garantire un rapporto professionale corretto e leale.
Gli organismi di regolamentazione professionale spesso stabiliscono codici di condotta e linee guida per promuovere la responsabilità civile professionale e garantire che i professionisti rispettino gli standard etici e professionali più elevati.
Questi codici possono includere disposizioni specifiche sulla diligenza professionale, la trasparenza, la confidenzialità e il rispetto dei diritti dei clienti. Ad esempio, l'Ordine degli Avvocati o l'Ordine dei Medici possono emanare regolamenti e linee guida per assicurare che i loro iscritti mantengano alti standard di professionalità e rispetto delle normative vigenti.
Conclusione
In conclusione, la responsabilità civile professionale è un pilastro fondamentale della pratica professionale in molti settori. Essa richiede ai professionisti di agire con la massima diligenza e competenza, proteggendo i loro clienti dai danni derivanti da errori o negligenze.
È importante ricordare che la responsabilità civile professionale può variare a seconda della natura specifica dell'attività e delle circostanze del caso. Per questo motivo, in caso di problemi, è sempre opportuno rivolgersi ad avvocati con esperienza in diritto civile. Un legale specializzato può fornire la consulenza necessaria per comprendere appieno i diritti e i doveri dei professionisti e dei loro clienti, garantendo una gestione efficace e corretta delle controversie legali.
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Il Belgio sceglie l'Airbus H145M per le Forze Armate e la Polizia Federale Il Regno del Belgio fornirà 15 elicotteri multiruolo H145M per le Forze Armate e due elicotteri, più tre in opzione, per la Polizia Federale. Il contratto è stato firmato tra la NATO Support and Procurement Agency (NSPA), per conto del Belgio, ed Airbus Helicopters. “Siamo orgogliosi che il Belgio si unisca alla crescente comunità di utenti dell’H145M”, ha affermato Bruno Even, CEO di Airbus Helicopters. “In Europa, il robusto elicottero multiruolo sta diventando il riferimento per le capacità di trasporto aereo tattico, le operazioni speciali e le missioni di evacuazione medica. Siamo sicuri che l’H145M diventerà rapidamente una risorsa chiave
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Ospedale di Baggiovara. Nuovi spazi del Laboratorio BLU. Consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno
Ospedale di Baggiovara. Nuovi spazi del Laboratorio BLU. Consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. All'Ospedale di Baggiovara (Mo) i nuovi spazi del Laboratorio BLU, struttura all'avanguardia che sarà punto di riferimento per la diagnostica. A regime, consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. Al taglio del nastro il presidente Bonaccini: "Un polo di eccellenza nel panorama nazionale ed europeo". Un progetto reso possibile grazie all'investimento, voluto dalla Regione insieme all'Azienda Ausl e quella Ospedaliera-Universitaria, di 10 milioni all'anno per sette anni. Completamente automatizzato, è attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette e gestirà le necessità di tutta la provincia modenese. Tecnologie avanzate, spazi all'avanguardia e nuove attività specialistiche per il Laboratorio BLU (Baggiovara Laboratori Unificati) del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di medicina di laboratorio ed anatomia patologica dell'Azienda Ausl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Attivo dal 2005, il laboratorio processa tutte le attività specialistiche di diagnostica di laboratorio della provincia e oggi può contare su strutture completamente rinnovate, grazie a un investimento voluto dalla Regione Emilia-Romagna di 10 milioni di euro all'anno per sette anni, con un contratto di fornitura in service di dispositivi analitici e preanalitici, completi diagnostici, reagenti, arredi, servizi e lavori funzionali all'attività del Laboratorio. I nuovi spazi sono stati inaugurati sabato 6 aprile all'Ospedale di Baggiovara: al taglio del nastro il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la direttrice generale dell'Azienda Usl di Modena, Anna Maria Petrini, il direttore dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Claudio Vagnini, il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli e i professionisti del Laboratorio BLU, che hanno anche guidato i partecipanti nella visita degli spazi per presentarne le varie attività. "Inauguriamo oggi una struttura che rappresenta un'eccellenza nel panorama nazionale ed europeo -commenta Bonaccini-. Le tecnologie e le metodologie all'avanguardia del laboratorio BLU permetteranno diagnosi ancor più accurate e tempi di refertazione più veloci, per dare ai pazienti assistenza e cure rapide e mirate. Un progetto che abbiamo sostenuto e sosteniamo con risorse importanti. Con l'obiettivo di fare del laboratorio sia un polo di riferimento per il territorio e la comunità, sia il centro di un vero e proprio ecosistema della diagnostica innovativa. Anche così difendiamo e investiamo nella sanità pubblica e universalistica". Il laboratorio Attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, il Laboratorio BLU è centro di riferimento di tutta la diagnostica di laboratorio di Modena e provincia ed è totalmente automatizzato, grazie al sistema Total Laboratory Automation - TLA, che connette fisicamente tutte le strumentazioni con un nastro trasportatore, riducendo al minimo gli errori e i tempi di refertazione. Questa tecnologia permette a pieno regime di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. Vale a dire, circa 4-5 mila pazienti al giorno, più di 10mila provette per un totale di più 30mila esami giornalieri tra quelli di routine, attività specialistiche e attività dei servizi di emergenza. È dotato anche di nuove tecnologie di sequenziamento massivo del DNA (Next Generation Sequencing - NGS) che forniscono un potente e innovativo strumento per l'analisi genomica in oncologia, oncoematologia e genetica medica in grado di individuare una specifica alterazione molecolare in una specifica malattia e in uno specifico paziente, permettendo così l'impiego di terapie a bersaglio molecolare e una gestione clinica personalizzata. Un'area di nuova realizzazione, infine, consente di effettuare analisi specialistiche sulle proteine, sulla tossicologia, sull'applicazione dei farmaci e di ormoni, mentre in un'altra area si eseguono tutti gli esami sui quadri complessi delle patologie autoimmuni, dove il Laboratorio può guidare il clinico nella diagnostica, con l'identificazione di nuovi biomarcatori utili a individuare con più precisione le caratteristiche del paziente, capire la malattia, proporre il trattamento adeguato al singolo caso. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bra Servizi acquista 20 diamanti per la ricerca
Un gesto concreto a sostegno della ricerca scientifica: l'azienda dona 27.000 euro all'AOU AL
Un gesto concreto a sostegno della ricerca scientifica: l’azienda dona 27.000 euro all’AOU AL Bra Servizi Srl, azienda leader nella gestione dei servizi ecologici, ha recentemente acquistato 20 diamanti certificati per un valore complessivo di 27.000 euro, durante un’asta pubblica organizzata dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL). I diamanti, inizialmente donati da…
#Alessandria e innovazione#Alessandria Oggi#Alessandria solidarietà#Alessandria today#Alessandria today cultura#AOU AL#asta pubblica Alessandria#aste benefiche#aziende e ricerca#aziende italiane solidali.#aziende sostenibili#Bra (CN)#Bra Servizi#Bra Servizi donazioni#Bra Servizi e AOU AL#Bra Servizi Srl#comunità e scienza#contributi scientifici#DAIRI Alessandria#diamanti e ricerca#diamanti per la ricerca#donazioni per la scienza#Economia circolare#eventi solidali#fondi per la ricerca#gestione ecologica Bra Servizi#Giuseppe Piumatti#Google News#Innovazione medica#italianewsmedia.com
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PARALIZZATO DA 11 ANNI TORNA A CAMMINARE GRAZIE A UN PONTE DIGITALE
È tornato a camminare dopo 11 anni; aveva perso l’uso di gambe e braccia a seguito di un incidente che lo aveva lasciato paralizzato.
ert-Jan, 40 anni, è il primo paziente che ha riacquisito l’uso degli arti grazie a un ponte digitale che trasmette input elettrici dal cervello alle zone del midollo spinale che consentono il movimento. La nuova tecnologia realizzata e impiantata da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna, in Svizzera, ha reso possibile un risultato mai raggiunto in precedenza e offre di cambiare il modo in cui i pazienti con deficit motori dovuti di origine neurologica possono affrontare un nuovo percorso di recupero. L’obiettivo di questo impianto appena presentato alla comunità medica, è permettere alle persone paralizzate di tornare a muoversi in modo naturale grazie al ripristino della comunicazione che viene ricreata in modo digitale tra cervello e midollo.
“Grazie ad algoritmi basati su metodi di intelligenza artificiale adattiva, le intenzioni di movimento vengono decodificate in tempo reale dalle registrazioni cerebrali” spiega Guillaume Charvet, responsabile del programma. Queste intenzioni vengono poi convertite in sequenze di stimolazione elettrica del midollo spinale, che a loro volta attivano i muscoli delle gambe per ottenere il movimento desiderato. 64 elettrodi che registrano i segnali della corteccia sensomotoria che vengono tradotti in segnali elettrici e trasmessi al midollo spinale, il sistema di controllo è indossabile grazie ad uno zainetto.
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Fonte: EPFL Lausanne
Volonwrite per Mezzopieno
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Dopo la visita al pronto soccorso va a casa della paziente 15enne appena dimessa e le salva la vita
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/dopo-la-visita-al-pronto-soccorso-va-a-casa-della-paziente-15enne-appena-dimessa-e-le-salva-la-vita/117325?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117325
Dopo la visita al pronto soccorso va a casa della paziente 15enne appena dimessa e le salva la vita
Questa è una testimonianza di dedizione e intuito medico davvero straordinaria. A Fermo, nelle Marche, un medico ha dato prova di un’impegno che va oltre il dovere professionale. Sentendosi inquieto dopo il suo turno, ha seguito il suo istinto, facendo un ulteriore passo nella cura del paziente. La sua decisione di visitare nuovamente la paziente, già vista ore prima, si è rivelata salvavita. Questo gesto raro e fortuito dimostra l’importanza dell’attenzione e dell’ascolto nella pratica medica, spesso fattori critici che possono fare la differenza nella vita delle persone. Storie come questa sottolineano il valore inestimabile di quei professionisti sanitari che, con empatia e dedizione, pongono il benessere dei pazienti al centro del loro lavoro, talvolta andando oltre i confini degli orari e delle aspettative.
La storia
Questa storia, riportata dal “Il Resto del Carlino”, è un esempio commovente di come l’istinto medico e la preoccupazione umana possano andare di pari passo e fare una differenza sostanziale nella vita di una persona. La situazione ha inizio con i sintomi allarmanti di una ragazza di 15 anni, che includevano febbre e la perdita di sensazione nelle gambe, che portano i genitori a cercare aiuto medico d’urgenza. Nonostante la prima diagnosi di influenza, la persistenza dei sintomi preoccupanti e il forte istinto di un medico esperto, il dottor Francesco Bernetti Evangelista, hanno condotto a un ulteriore controllo che ha svelato un’infiammazione al midollo spinale.
Il medico, nonostante fosse fuori servizio e in pensione, ha ascoltato il suo senso di inquietudine e ha deciso di fare quel che molti avrebbero omesso: è andato a casa della ragazza per accertarsi delle sue condizioni. La sua azione tempestiva e l’approfondimento della situazione hanno permesso di indirizzare la giovane al reparto neurologico, dove ha ricevuto le cure adeguate.
Il racconto dei genitori tocca il cuore e sottolinea come la passione e l’impegno dei professionisti del settore sanitario vadano a volte oltre le aspettative e il protocollo. La loro esperienza riafferma la fede nell’altruismo e nella cura della comunità, ed è un caloroso promemoria che, anche in momenti di crisi, ci possono essere individui che si ergono per offrire sostegno e compassione. La gratitudine dei genitori verso il dottor Evangelista e lo staff ospedaliero riflette la loro sollevazione e gioia nel vedere la propria figlia ricevere l’attenzione necessaria in un momento così critico.
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Bogaletch Gebre attivista contro le mutilazioni genitali
Bogaletch Gebre medica e attivista etiope, ha combattuto una vita contro la violenza domestica e le mutilazioni genitali femminili, che aveva vissuto sulla sua pelle, era stata infibulata a dodici anni.
Nel 2010, The Independent l’ha definita “la donna che ha iniziato la ribellione delle donne etiopi“.
Nata nel 1950, circa, in una famiglia di contadini, aveva imparato a leggere e scrivere di nascosto, perché ai tempi era vietato a una ragazza ricevere un’educazione formale. Ma, ribelle e determinata, era riuscita a frequentare un collegio ad Addis Abeba. Brillante studentessa, grazie a diverse borse di studio si era laureata in microbiologia e fisiologia a Gerusalemme, aveva ottenuto un master all’Università del Massachusetts e un dottorato in epidemiologia all’Università della California.
Mentre viveva negli Stati Uniti, aveva dato vita alla prima organizzazione benefica, Development through Education, che provvedeva a fornire libri e testi scolastici per studenti in Etiopia.
Tornata in patria, con sua sorella Fikirte Gebre, ha fondato la KMG Etiopia nel 1997, organizzazione nata per prevenire le mutilazioni genitali femminili e i rapimenti nuziali, che costituivano il 69% delle unioni, secondo il National Committee on Traditional Practices of Ethiopia, del 2003.
Cominciando col concentrarsi su esigenze pratiche, come riparare ponti per facilitare l’accesso ai villaggi più remoti, costruire pozzi e piantare alberi, le donne di KMG sono riuscite a farsi accettare dalle comunità locali.
Successivamente, hanno aperto consultori e centri d’ascolto dove, per la prima volta venivano assunte delle donne, favorendo l’autonomia economica e la partecipazione alla società.
Secondo uno studio UNICEF del 2008, grazie agli sforzi della KMG Etiopia, il tasso di mutilazioni genitali femminili è sceso al 3 percento dal 100 percento in 10 anni.
Alcune aree dove l’associazione ha lavorato, hanno vietato il matrimonio infantile e la poligamia contrastando la violenza domestica, tanto che l’UNICEF ha raccomandato che lo stesso modello fosse replicato in altri paesi africani.
Questa instancabile attivista si è spenta il 2 novembre 2019 a Los Angeles.
Il suo coraggio, la tenacia, le sue idee e la voglia di cambiare la condizione delle donne etiopi, non possono essere dimenticati.
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"Promuovere la salute del cuore attraverso la conoscenza, la cura e la prevenzione" di Riccardo Rescio
Un importante evento dal 29 febbraio al 3 marzo 2024 alla Fortezza da Basso di Firenze…… Il Congresso di Cardiologia “Conoscere e Curare il Cuore” rappresenta un appuntamento imprescindibile per la comunità medica e cardiologica internazionale.Questo importante evento, in programma dal 29 febbraio al 3 marzo 2024 nella prestigiosa location della Fortezza da Basso di Firenze, celebra la sua 41ª…
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"Il 41° Congresso di Cardiologia, promuovere la salute del cuore attraverso la conoscenza, la cura e la prevenzione"
di Riccardo Rescio
Il Congresso di Cardiologia "Conoscere e Curare il Cuore" rappresenta un appuntamento imprescindibile per la comunità medica e cardiologica internazionale.
Questo importante evento, in programma dal 29 febbraio al 3 marzo 2024 nella prestigiosa location della Fortezza da Basso, celebra la sua 41ª edizione sotto l'egida del Centro per la Lotta contro l'Infarto Fondazione Onlus.
Da oltre quarant'anni, il Congresso si distingue come un faro di conoscenza nel panorama cardiologico, offrendo un'ampia panoramica sugli ultimi progressi nella diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari.
Grazie alle ricerche in biologia molecolare, studi sperimentali, fisiopatologia, indagini epidemiologiche e studi clinici, gli esperti presenti potranno approfondire le tematiche più attuali e condividere le migliori pratiche per promuovere la salute del cuore.
Anche questa edizione, diviene catalizzatore di idee e innovazioni nel settore cardiologico, offrendo ai partecipanti l'opportunità unica di scambiare conoscenze, esperienze e scoperte scientifiche.
La prevenzione delle malattie cardiache riveste un ruolo centrale in questo contesto, poiché investire in stili di vita salutari, effettuare controlli regolari e sensibilizzare sull'importanza di ridurre i fattori di rischio come il fumo, l'obesità, il diabete e l'ipertensione rappresenta il fondamento per preservare la salute del cuore e ridurre l'impatto delle patologie cardiovascolari sulla popolazione mondiale.
Firenze 1° marzo 2024
Centro per la Lotta contro l'Infarto
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Prende vita nell'affascinante scenario del Palazzo Besso a Roma la mostra "Gli “1” d’una antropologia in transito" di Silvana Baroni. Un'occasione imperdibile per immergersi nelle profonde riflessioni e nell'espressione artistica di questa poliedrica autrice. L'evento è fissato per il 10 gennaio 2024 alle ore 17:00, quando la mostra aprirà le porte al pubblico, rimanendo in esposizione fino al 24 gennaio. L'iniziativa prevede l'esibizione di circa una trentina di opere, inclusi quadri che spaziano anche dagli anni '90, offrendo uno sguardo affascinante sul percorso artistico di Baroni e le evoluzioni stilistiche che ha attraversato. La mostra si propone di far emergere la prospettiva del mondo secondo Silvana Baroni attraverso aforismi visivi, come disegni, dipinti e incisioni. Il focus dell'artista si concentra sull'esplorazione degli esseri umani, dei loro comportamenti e stati d'animo, cercando di coglierne l'essenza e la varietà attraverso la rappresentazione di una comunità di individui, ognuno unico ma collegato agli altri. L'arte di Baroni funge da osservatorio privilegiato per scrutare la complessità dell'umanità, un mosaico di individualità che si sviluppano collettivamente e singolarmente, in un continuo fluire di cambiamenti. Le tele diventano uno spazio simbolico in cui si dispiegano le tessere di un enigmatico puzzle, in cui ogni "1" rappresenta una singola entità, una monade in un mondo in evoluzione, in costante relazione con gli altri. Silvana Baroni, oltre ad essere un'autrice di talento, è anche psichiatra e psicoanalista, con radici profonde nel mondo dell'arte grazie alla sua famiglia di artisti. Ha esposto le sue opere in mostre personali e installazioni, ottenendo riconoscimenti e plausi dalla critica. La sua sensibilità artistica, coniugata con la conoscenza medica e la ricerca filosofica, emerge nitidamente nei suoi dipinti e disegni. Il suo viaggio artistico è un'incantevole miscela di creatività, espressione e indagine filosofica, un dialogo con il destino e il tempo che influenza la nostra esistenza. La mostra rappresenta un'occasione unica per esplorare il mondo di Silvana Baroni, una riflessione profonda sulla condizione umana e l'interconnessione tra individuo e collettività.
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